IL Mondo di Lucy M

L'adozione del gatto Leo

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lacasadelsole
view post Posted on 30/7/2012, 10:09     +1   +1   -1




L'adozione del gatto Leo

C’era una volta un gattino che aveva solo 2 mesi ed era molto curioso e giocherellone. Gatto Leo. Disegno di Guglielmo Molino (4 anni) Un giorno uscì di casa (che si trovava in un posto di Roma che non conosciamo) e, curiosando qui e la, finì col perdere la strada di casa. Si trovò così tutto solo a girovagare per le strade alla periferia di Roma, cercando invano di ritornare a casa. Il signor Leonardo ha appena trovato Leo Il gattino, triste, stanco ed affamato, entrò nel cortile di una villa dove c’era un cane che odiava i gatti. Il cane, appena vide il gattino, cominciò ad abbaiare e gli corse incontro per catturarlo. Ma il gattino, che era curioso ma non sciocco, capì che era in grave pericolo e scappò. Era quasi riuscito a raggiungere il cancello della villa, che dava sulla strada, quando si accorse che il cane l’aveva ormai raggiunto. Vide appena in tempo un albero e per istinto ci salì sopra, appollaiandosi su un rametto alto alto. Il cane, che non sapeva salire sull’albero restò li sotto ad abbaiare per molte ore. Il povero gattino miagolava per la disperazione. Verso sera lo trovò un signore di nome Leonardo, che lo prese e lo portò a casa sua. Quella notte il gattino dormì a casa del signor Leonardo che lo tenne al caldo sulla coperta del suo letto. Ma il signor Leonardo aveva già un altro animale, Smilla, il cane del signor Leonado un bel cane bianco di nome Smilla, che accolse molto bene il gattino. Ma Smilla era pur sempre un cane ed il signor Leonardo, quando era fuori casa per lavorare, non poteva lasciare i due animali insieme a casa sua. Così, a malincuore, il signor Leonardo decise di trovare qualcuno che potesse adottare il povero gattino trovatello. Il gatto Leo all'età di 4 mesi Ne parlò quella mattina stessa ad un suo compagno di lavoro che aveva già tre figli e che temeva di non avere il tempo per prendersi cura adeguatamente del gattino. Ma poi, pensando che ci vuole davvero molto poco per prendersi cura di un animaletto, l’amico di Leonardo decise di adottare il gattino e quella sera stessa fece una bella sorpresa ai suoi figlioli: Marlene, Giuseppe e Guglielmo. I ragazzi accolsero il gattino con tanto entusiasmo e, da allora in poi, lo trattarono come se fosse stato il loro quarto fratellino. Al gattino misero il nome Leo, in onore al suo salvatore. Ci volle davvero poco per far diventare Leo un gatto forte e bello…

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La colazione del gatto Leo
Gatto Leo la mattina è sempre affamato


Gatto Leo la mattina ha molto appetito. Forse perché resta sveglio tutta la notte. Appena vede uno degli “umani” di famiglia inizia a strusciarsi fra le gambe emettendo un miagolio rauco:
Mià Mià Mià.
Ti guarda con i suoi occhioni seri e con una espressione di leggero rimprovero, come a dire:
ma perché non mi avete lasciato la pappa? Perché devo chiedervela sempre? Non sapete che a quest’ora ho fame?
Di solito mangia velocemente tutto quello che gli mettiamo nella ciotolina, siano croccantini o patè. Alla fine, dopo aver bevuto, si sdraia su un tappeto o sul muretto del terrazzo a digerire.
Stamattina, vado per dargli la pappa e mi accorgo che è finita: la busta dei croccantini vuota e nemmeno un barattolino di patè nella dispensa! E come si fa adesso? Una tragedia!
Gatto Leo deve aver intuito qualcosa perché è più nervoso del solito. Il miagolio rauco non finisce più, mi mette fretta e non mi da nemmeno il tempo di cercargli qualcosa di alternativo da mangiare. Gatto Leo dorme beatamente sul muretto dopo la pappa

Un lampo di genio: ci sono! Scongelo un pezzetto di merluzzo nel microonde! Detto fatto. GattoLeo ha capito tutto e dopo qualche minuto sente l’odorino del pesce cotto. E’ eccitatissimo e passeggia nervosamente per la cucina infilandosi puntualmente fra le mia gambe mentre cerco di allungare un passo. Sbriciolo il merluzzo cotto e lo metto, ancora caldo, nella ciotolina. GattoLeo capisce che la pappa scotta ancora e la mangia prudentemente a piccolissimi bocconi. Ma dopo un po’ la pappa si raffredda ed i bocconi diventano sempre più grandi.
Dopo aver lucidato accuratamente la ciotolina con la lingua, GattoLeo mi guarda per capire se per caso fosse rimasta dell’altra pappa ed io, puntualmente, gli dico:
cucù, la pappa è finita... vorrai mica diventare un gatto-lardo? O un abominevole gatto salsiccio?
Gatto Leo è sazio. Salta su una sedia e da li sul muretto del terrazzo, che è alto quasi due metri. Lassù si sente al sicuro e con la coda ciondoloni guarda soddisfatto il suo pezzetto di mondo. A tratti sonnecchia. Credo che in questo momento non gli manchi proprio nulla.

Gennaro Molino


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lacasadelsole
view post Posted on 10/8/2012, 19:23     +1   -1




Il diploma del gatto Leo

Ciao a tutti! Io sono il gatto Leo e vi racconterò come ho fatto a conseguire un diploma per gatti. Prima cosa si inizia dalla scuola dei gattini, dove insegnano a cacciare insetti piccoli, ad esempio: zanzare, moscerini e anche le api per chi va bene scuola. Alla scuola dei gattini c’è un esame, per passare alla classe successiva. L’esame consiste nel cacciare un calabrone; io mi ricordo che piangevo dalla paura e chiedevo a mamma-gatta e papà-gatto di non farmi fare l’esame. Alla fine, con un po’ di coraggio, ci sono riuscito ma il calabrone mi ha punto facendomi una grande bolla. Dopo c’era la scuola dei gatti giovani, e credo che era la scuola più facile. Ti insegnavano a cacciare topi di campagna, lucertole e uccelli, per chi era tanto svelto e veloce. Come esame bisognava cacciare un topone di fogna: gia a vederlo fa paura da quanto è brutto. Un giorno i miei compagni di classe mi dettero il soprannome di “Leone il predatore” perché nell’esame catturai il topone in pochi secondi, senza vantarmi. Passata la scuola dei gatti giovani c’era quella dei gattoni. Quella scuola dicevano che era la più difficile. Ci insegnavano a cacciare: serpenti (biscie o vipere per chi era esperto), topi di alta statura soprattutto quelli di fogna e grandi lucertole. Mi ricordo che come professore avevo un leone, e infatti insegnava molto bene ma se lo facevi arrabbiare, erano guai seri. Come esame bisognava cacciare un intero alveare, di tantissime api; mi ricordo che agii con molta cautela e un po’ di paura, appena lo vidi lo buttai per terra, e per fortuna che era sera!!!! Mi dispiacque che tanti amicioni miei, si fecero male e furono bocciati. Dopo finalmente c’era l’esame finale per prendere il diploma, per un lavoro. Davanti a me c’erano tutti i miei professori delle scuole che avevo frequentato che dovevano esaminarmi e darmi il diploma. Fecero uscire da una gabbia un’aquila montana che volava alla velocita di 70km orari. Il mio scopo era di mandarla via saltandole addosso. Dopo un po’ l’aquila si distrasse ed io le saltai addosso facendola andare via. E così conseguii il diploma di gatto adulto e diventai il gatto cacciatore più bravo di tutti.

Pensata da gatto Leo e scritta da Guglielmo Molino

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1 replies since 30/7/2012, 10:09   46 views
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