IL Mondo di Lucy M

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view post Posted: 3/8/2019, 20:07     +1LA STORIA DI LORENZO. - RACCONTI

LA STORIA DI LORENZO

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Lui è Lorenzo. È un bambino di Subbiano, in provincia di Arezzo. Ha un bisnonno. Si chiama Patrizio, è stato un alpino, ha combattuto nella seconda guerra mondiale. Lorenzo lo ascolta, chiede, si fa raccontare. Si appassiona. Il vecchio muore nel 2015, all’età di 96 anni. Il ragazzo cresce, si innamora, studia. Ha 23 anni. Gli mancano pochi esami per la laurea in Scienze Agrarie. Lorenzo coltiva la passione per la storia che gli ha inculcato il bisnonno. Fa ricerche, colleziona cimeli, elmetti, cinture, lettere, libretti, documenti. Gli capita tra le mani uno zainetto. È stato ritrovato sui monti dove un tempo passava la Linea Gotica. Lasciato lì 75 anni prima. Dentro ci sono le iniziali di un nome e cognome, un numero di matricola e una parola. C’è scritto P.E. St Laurent E47068. Lorenzo si blocca. Prova a vedere dentro quella sigla. Vuole vedere la faccia, la storia di quell’uomo. Vuole che quel soldato abbia un nome. E che ciò che gli apparteneva venga restituito alla sua famiglia. Lorenzo non ci dorme la notte. Si sente quasi un ladro. Non vuole tenere per se quell’oggetto. Tra un esame e l’altro all’università, fa ricerche su Internet. Scopre che quella matricola apparteneva a un soldato canadese. Ma non riesce ad andare oltre. Niente nome, reparto, città. Nulla. Lorenzo deve inventarsi qualcosa. Si collega al sito web della televisione canadese. Scrive a una giornalista. Lei è disposta ad aiutarlo. Passa qualche tempo. Lo chiamano per una intervista via Skype in diretta. Hanno trovato la figlia del proprietario dello zaino. Lorenzo prova una emozione fortissima. È felice. Non sa cosa dire, parla un po’ in italiano e un po’ in inglese. Lui era Paul Etienne St Laurent, soldato semplice, nato nel 1924, morto d’infarto nel 1993 all’età di 69 anni. La figlia Francine ringrazia Lorenzo Campus Gli racconta che il padre non amava molto parlare di quella guerra in Italia, dove aveva visto morire tantissimi amici.
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#carmeloabbate #storienere

view post Posted: 3/8/2019, 20:02     +1LA STORIA DI MATILDE - RACCONTI

LA STORIA DI MATILDE.

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Lei è Matilde. Lei è una donna con un marito, due figli piccoli. E una vita. Non tira tardi la sera per locali, non sparisce di casa, non ha amanti. Nulla di nulla. Matilde ha semplicemente una vita. Siamo a Loria, provincia di Treviso. In famiglia c’è tensione. Il rapporto di coppia vive una fase di difficoltà. Lui è Andrea, ha 34 anni. Esce di casa per qualche tempo. Poi rientra. Insieme decidono di provarci, si fanno aiutare, si rivolgono al consultorio. È il 17 gennaio del 2013. Matilde passa la sera fuori. Cena di lavoro. Ritorna a casa. Mette la macchina in garage. Lui è lì. Spalle al muro. Quasi nascosto. Lei pensa a uno scherzo. Ma non le scappa da ridere. Lui indossa dei guanti. Le salta addosso. Le stringe le mani sul collo. Lei non realizza. Lui non molla la presa. Le chiede perché non muori. Le dice devi morire. Lei perde i sensi. Il marito la carica in macchina. Si siede al volante. Parte. Fa un pezzo di strada. Si schianta di proposito contro un albero. Scende. Appicca il fuoco. Si allontana. La macchina si incendia. Matilde si sveglia. Non capisce. Sente il calore. Vede le fiamme. È bloccata. È finita. No, non è finita. C’è un uomo. Uno sconosciuto. La afferra. La trascina fuori. Matilde è salva. Finisce in ospedale, reparto grandi ustioni. Ci resta per mesi. Andrea viene arrestato e processato. In primo grado viene condannato a 15 anni di carcere. In appello le pena viene ridotta a 13 anni. Secondo il giudice non ha premeditato il tentato omicidio della moglie. Non lo ha studiato a tavolino nei minimi dettagli. Lo ha preordinato. Un gradino sotto. Una differenza sottile che gli vale uno sconto. È il luglio del 2019. Sono passati 6 anni. Il tribunale gli concede la semilibertà. Andrea Loro può uscire dal carcere. Matilde Ardia si dichiara sopravvissuta. Ora ha paura. E rabbia. Ce l’ha con i giudici. Hanno creduto alla storiella del raptus. Lui avrebbe tentato di ucciderla perché lei non gli aveva stirato la camicia e lavato la divisa da calcetto.
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#carmeloabbate #storienere #violenzasulledonne

view post Posted: 28/7/2019, 02:42     +1PER TUTTE LE COPPIE.... - RACCONTI

PER TUTTE LE COPPIE....

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la foto siamo Lucy e Pier.
Per le coppie così impazienti di lasciarsi dopo che l'infatuazione si è spenta, di gettare la spugna sulla vostra relazione perché più nulla 'è perfetto'.
L'impegno per tutta la vita, non è quello che la maggior parte delle persone pensa che sia.
Non è solo svegliarsi tutte le mattine per fare colazione e mangiare insieme.
O solo 'coccole a letto' finché non ci si addormenta.
Non è una casa pulita, piena di risate e di sesso tutti i giorni.
È qualcuno che vi ruba le coperte di notte e russa... che vi tiene il muso, sbatte le porte e a volte usa parole dure.
Qualcuno che è ostinatamente in disaccordo con voi e fa calare pesanti silenzi, fino a quando i vostri cuori non guariscono, per poi offrire il perdono.
È tornare a casa dalla stessa persona ogni giorno, quella persona che ti conosce e ti ama e si preoccupa di te nonostante sappia chi sei realmente.
È ridere per quelle volte che hai fatto qualcosa di scemo.
È il bucato sporco e i letti sfatti.
È aiutarsi l'un l'altro con il difficile lavoro della vita.
È ingoiare parole pesanti invece di urlarle.
È preparare un pasto frugale e sedersi insieme a un'ora tarda, perché entrambi avete avuto una giornata pazzesca.
È quando hai un crollo emotivo e il tuo amore si siede accanto a te, ti abbraccia, e ti dice che tutto andrà bene. E tu gli credi.
È amare ancora qualcuno, anche se a volte ti fa diventare completamente pazzo.
Amare qualcuno non è sempre facile, a volte è difficile.
Ma è incredibile e confortante, ed è una delle cose più belle che tu possa mai provare. ❤️

Se avete la fortuna di avere un partner meraviglioso nella vostra vita, allora copiate e incollate quanto sopra, attaccate una foto di voi due, e postate! 😉🤗

Stefano Puddu



Edited by lucy1 - 28/7/2019, 04:33
view post Posted: 26/7/2019, 02:47     +1Il giallo di Ramses III: svelata la vera storia. - PARLIAMONE INSIEME

La mummia del Principe Pentaver figlio del faraone Ramses III.

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Il nostro corrispondente al Cairo Rafik Jabbour ci segnala una notizia pubblicata il 18 dicembre scorso dal quotidiano "Al-Ahram" e rilanciata dalle maggiori agenzie di stampa internazionali: un nuovo studio prova che il grande faraone della XX dinastia venne ucciso. Probabilmente, nell'ambito di una congiura fomentata dal figlio Pentawer. Analisi del Dna supportano anche l'ipotesi che la mummia anonima conservata al Museo Egizio del Cairo sia lo stesso Pentawer, morto dopo il delitto.

Ramses III, faraone della XX dinastia, e' stato ucciso, sgozzato con una pugnalata letale. Lo rivela uno studio pubblicato dalla rivista British Medical Journal, immediatamente divulgato dal quotidiano egiziano Al-Ahram e ripreso poi dalle agenzie stampa di tutto il mondo. A segnalarcelo con tempestività, nelle scorse settimane, il corrispondente al Cairo del Museo Civico di Rovereto, Rafik Jabbour.

Secondo antiche fonti egizie (il prezioso 'papiro Harris', detto anche pariro della 'Congiura dell'harem' custodito al Museo Egizio di Torino), nel 1156 a.C. alcuni membri del gineceo di Ramses III tramarono contro il faraone, allora più o meno sessantacinquenne, con l'obiettivo di ucciderlo per scalzarlo dal trono che occupava da ormai 31 anni, ma il piano venne scoperto e i cospiratori furono processati in tribunale, condannati e puniti. Le fonti non chiariscono però se l'assassinio ebbe successo. La sorte del faraone a seguito della congiura rimaneva quindi fino ad ora un mistero.

Grazie ai nuovi dati raccolti ed analizzati nel corso degli ultimi due anni da un'equipe di ricercatori incaricati degli studi sulle mummie reali - tra cui l'egittologo Zahi Hawass, l'esperto di genetica molecolare dell'universita' di Tubinga Carsten Pusch, i docenti di Radiologia dell'Università del Cairo Ashraf Selim e Sahar Selim , ma anche il paleopatologo Albert Zink dell'Eurac di Bolzano - uno dei gialli piu' clamorosi dell'Antico Egitto sembrerebbe però finalmente risolto.


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Tramite un sofisticato tomografo, l'equipe internazionale ha effettuato infatti la scansione completa della mummia del faraone, ben conservata al Museo Egizio del Cairo: le immagini hanno così rivelato che la gola di Ramses III è stata tagliata attraverso la spina dorsale, recidendo la trachea, l'esofago e grandi vasi sanguigni del collo.

Secondo quanto ritengono gli studiosi - ci informa Rafik Jabbour - il faraone e' stato sorpreso dall' assassino alle spalle e sgozzato da dietro. Forse per mano del suo stesso figlio Pentawer, che comunque fu con ogni probabilità il fomentatore della cospirazione assieme alla madre, la concubina Tij, nell'ambito di una lotta di potere finalizzata a scalzare il padre dal trono d'Egitto e a sostituire il legittimo erede Ramses IV nella successione.

''Solo grazie al Ct Scan si e' potuta vedere la ferita alla gola di Ramses III, nascosta da una benda sul collo'', riferisce Hawass, che all'avvio dello studio ricopriva anche la carica di segretario generale del Consiglio supremo per le antichita' egizie.

La tomografia computerizzata ha inoltre rivelato agli scienziati un amuleto inserito nella ferita. Si tratta del cosiddetto 'occhio di Horus', un simbolo molto diffuso nell'Antico Egitto, usato per la protezione dagli incidenti e la rigenerazione del corpo. ''Il taglio alla gola e l'amuleto provano chiaramente che il faraone e' stato assassinato,'' spiega Zink. ''L'amuleto fu collocato nella ferita dopo la sua morte per favorire una guarigione totale nell'aldilà''.

Lo staff e' inoltre quasi certo di aver individuato anche la salma del figlio traditore, che dopo il delitto morì impiccato. Sua sarebbe infatti la mummia anonima di giovane uomo dal volto contratto in un urlo di strazio, etichettata come 'Unknown Man E' a sua volta conservata al Museo Egizio del Cairo.

L'analisi del DNA effettuata tramite un prelievo di tessuti dal piede della mummia sconosciuta dimostra una relazione di parentela diretta tra il giovane ventenne senza identità e il Re Ramses III. ''La mummia e' con tutta probabilita', uno dei figli del faraone'', spiega Pusch. Solo incrociando i dati genetici della madre, la moglie secondaria Tij, sarebbe possibile stabilire senza ombra di dubbio che si tratti proprio di Pentawer. Purtroppo, il corpo di Tij non è stato individuato. A comprovare l'ipotesi che si tratti del figlio cospiratore contribuiscono comunque le sorprendenti modalità di sepoltura, certo non consone a un principe di stirpe reale: una mummificazione solo parziale e poco accurata del corpo, che risultava avvolto non nel tradizionale lino ma in impura pelle di capra. Quella bocca irrigidita in una smorfia di panico e dolore. E i segni di strangolamento violento o, più probabilmente, di impiccagione: a Pentawer potrebbe essere stata offerta la possibilita' di suicidarsi per evitare una pena peggiore nell'aldila', come confermato dal Papiro Giuridico di Torino.

Per quanto riguarda l'evasività delle antiche fonti in merito alla sorte di Ramses III, precisa ancora il corrispondente Rafik Jabbour, è lo stesso Zahi Hawas a far presente che mai nella storia dell'antico Egitto si sarebbe esplicitato che il re potesse essere ucciso. Semplicemente, l'anima di un faraone sale al cielo. Il papiro fa trasparire però la tristezza e la compartecipazione della corte, provata anche dalla cura con cui quegli amuleti vennero posti sul corpo di Ramses III con lo scopo di guarirne le ferite e di assicurare al grande faraone un vita migliore nell' altro mondo.

view post Posted: 26/7/2019, 02:06     +1“La prima volta in bikini”. Vladimir Luxuria. - GOSSIP

“La mia prima volta in bikini”. Vladimir Luxuria ‘boom’. Nessuno l’ha mai vista così

Cinquataquattro anni e non sentirli. Per la prima volta Vladimir Luxuria si mostra in bikini e finisce sulla cover della rivista Chi. Felice, di questa intervista e di questo regalo fatto dai giornalisti della rivista Chi, Luxuria condivide anche questo scatto sui social. “Mi sono guardata allo specchio e ho detto: ‘Oh, ho 54 anni e guarda qua!’. Credo di dover essere orgogliosa di quello che sono. E di quello che sono diventata”, ha scritto mostrandosi in bikini.

“La mia prima volta in bikini”, si legge nel titolo della copertina del settimanale diretto da Alfonso Signorini dove Vladimir Luxuria posa sorridente con un costume a due pezzi nero. “Guardandomi indietro vedo un lungo cammino – aveva raccontato l’ex politica in un’intervista – c’è stato un periodo nell’adolescenza in cui non mi riconoscevo, non mi sono mai riconosciuta nel mio corpo biologico, l’ora di educazione fisica era un tormento, quando mi facevo la doccia cercavo di non guardarmi, quel che vedevo non ero io”.


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Oggi però quelli sono solo lontani ricordi, anche se resteranno per sempre nella sua anima. All’anagrafe Wladimiro Guadagno, Vladi ha fatto il percorso per cambiare sesso ma non si è mai sottoposta all’operazione dei genitali per paura. “Io ho sempre vissuto in equilibrio. – ha raccontato tempo fa – Poi, nel 2009, c’è stato un periodo in cui ho avvertito un malessere, e l’ho attribuito al fatto che, nonostante avessi già fatto qualche intervento chirurgico per il cambiamento di sesso, non avessi avuto il coraggio di arrivare fino in fondo”

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“Allora ho deciso di cambiare anche i genitali, seguendo la lunghissima procedura prevista dalla legge italiana. Nel 2011 avevo trovato la struttura per operarmi, l’ospedale Federico II di Napoli.” Sul più bello, però, Luxuria ha preferito evitare: “A pochi giorni dall’intervento ci ho ripensato. Ho avuto paura, visto che è un’operazione molto dolorosa. Ma la verità è che non ero convinta. Lo avrei fatto per piacere più agli altri che a me. Oggi sono contenta della mia doppia identità.”

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Pur essendo sempre esposta in prima linea nelle battaglie per i diritti civili della comunità lgbtq e pronta a spendersi per ogni causa in cui crede, è riuscita negli anni a mantenere un velo di assoluta segretezza sui suoi amori, rivelando pochissimo di sé. Pochi giorni fa il settimanale Oggi ha parlato di una tormentata storia d’amore con un tecnico che lavora per il Biscione. “Lei credeva di aver trovato il nuovo amore – si leggeva – e invece è stata sedotta e abbandonata! Luxuria è stata tradita dal tecnico Mediaset col quale aveva una segreta e assai focosa relazione. Vladimir ha deciso di non concedergli una seconda possibilità”.

view post Posted: 25/7/2019, 23:48     +1LA VERA STORIA DI LORENA - PARLIAMONE INSIEME

QUESTA PURTROPPO è LA VERA STORIA DI LORENA.

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Lei è Lorena. Ha 14 anni. È di Niscemi, vicino a Caltanissetta. Frequenta il primo anno di ragioneria. Ha gli occhi grandi, dolci, castani. Un corpo morbido e flessuoso da bambina che sta diventando donna. È il 2008. Lorena esce con un ragazzo più grande. Lui è Alessandro. Ha 15 anni. Studente. La loro non è una storia come tutte le altre. Lui ha degli amici. Domenico ha 17 anni, fa il carrozziere. Giuseppe ha 16 anni, è operaio. Loro tre condividono tutto. Anche Lorena. Lei è un pezzo di carne da condividere. Lei dice di essere incinta. Dice che il padre è uno di loro. Non sa chi. Loro non la prendono bene. Hanno delle fidanzate. Non vogliono che quella storia venga a galla. Lorena è solo un passatempo. Domenico escogita un piano. Prepara una spedizione punitiva. Quella ragazza la deve pagare. È il 30 aprile del 2008. Uno va a prendere Lorena a scuola. Lei sale sullo scooter. Arrivano in un casolare. Gli altri due sono già lì. Domenico e Giuseppe si avvicinano. La prendono. La spogliano. Sono brutali. Lei prova a fermarli. Non ci riesce. La immobilizzano. La violentano. Prima Giuseppe, poi Domenico, infine Alessandro. Hanno finito. Si sono svuotati. Ora la picchiano. Calci. Pugni. Sono bestie feroci, incontrollabili. Alessandro sta in disparte. Guarda. Lorena chiede aiuto. Lui le tappa la bocca. Si sono sfogati. Si calmano. Lorena pensa sia tutto finito. È salva. Loro prendono un cavo di plastica. Glielo stringono attorno al collo. Lei si divincola. Perde sangue dalla bocca. Non si muove più. Lorena Cultraro è morta. Ha avuto la lezione che meritava. Loro provano a bruciare il corpo. Ci riescono solo in parte. Le legano una pietra alla caviglia. La buttano in un pozzo. Lorena non torna a casa. I genitori chiamano la polizia. Scattano le ricerche. Il suo corpo viene ritrovato 13 giorni dopo. Dai tabulati telefonici la polizia risale ai tre ragazzi. Li interroga. Alessandro crolla. Confessa tutto. Sono stati loro. Vengono condannati a 20 anni di carcere. Dall’autopsia si scopre che Lorena non era incinta. Forse aveva solo un ritardo.

PER TE LORENA PICCOLO FIORE.

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view post Posted: 21/7/2019, 01:15     +1LUZ - RACCONTI

LUZ.



Lei è Luz. Lei è una mamma. Vive con i suoi 3 figli in un sobborgo di Philadelphia, Stati Uniti. È il 15 Dicembre del 1997. Luz mette a dormire la bambina più piccola nella culla. Lei è Delimar, ha 10 giorni di vita. Luz raggiunge gli altri due figli in cucina. Apre il frigorifero. Sente puzza di fumo. Segue l’odore, fa le scale, si trova davanti delle fiamme. Torna in cucina, porta i figli fuori di casa. Alza gli occhi verso la camera di Delimar. Corre al piano di sopra. Le fiamme sono aumentate. C’è tanto fumo. Entra in camera. Non sente piangere. Si china sulla culla. È vuota. Alza le coperte, le butta per terra. Rovescia tutto. Delimar è scomparsa. La finestra della stanza è aperta. Il vento alimenta le fiamme. Lei corre giù dalle scale. Esce in giardino. Piange. È disperata. Arrivano i pompieri. La soccorrono. Ha gravi ustioni e parte del volto bruciato. Lei vuole solo che salvino la figlia. È rimasta su. Loro spengono il fuoco. Le dicono che la bambina non c’è. Il suo corpicino si è incenerito. È morta bruciata. Lei non ci crede. Vuole andare alla centrale di polizia. Denunciare la scomparsa della figlia. Ma parla poco inglese. Non ha soldi. È sola. Deve pensare agli altri due figli. Lei va avanti. Pensa tutti i giorni alla sua Delimar. È il 3 gennaio del 2003. Porta i figli a una festa di compleanno. Gli occhi le cadono su una bambina. Le ricorda Delimar. Ha le stesse fossette. Lo stesso sguardo. Gli stessi lineamenti. Lei si alza. Si avvicina. Le dice che ha del chewing-gum sulla testa. Le strappa qualche capello. Si allontana. Sta tremando. Va dalla polizia. Fanno il test del Dna. È Delimar. La sua Delimar. La polizia risale a una sua cugina acquisita. Lei è Carolyn Correa, ha 41 anni. Ha detto al compagno di essere incinta. Ha appiccato il fuoco e rapito Delimar. Poi ha raccontato di aver partorito in casa. Carolyn viene arrestata. Luz Cuevas può riabbracciare sua figlia. Delimar ha 6 anni.

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