| La notte di San Giovanni: il solstizio d’estate!
Tutte le festività che propiziavano luce e calore devono aver funzionato molto bene, visto il caldo dei giorni scorsi! Tra il 21 e il 25 giugno si celebra infatti il trionfo del Sole, nel giorno che ci regala più ore di luce in assoluto, quello del solstizio d’estate.
Essendo la notte più breve dell’anno, veniva ritenuta quella in cui le forze del bene hanno maggior forza nello scacciare le tenebre, anche se è noto che, dopo la festa di mezz’estate, la luce comincerà lentamente a farsi più debole, fino a tornare a farsi equivalente alla notte, qualche mese dopo, quando avverrà l’equinozio d’autunno.
Anche per noi, nel mondo moderno, si tratta di un periodo importante, infatti il 21 giugno secondo il nostro calendario inizia la stagione più amata da tutti, l’estate. Anche nel passato, presso tutte le culture, la giornata più lunga dell’anno veniva salutata con festività e celebrazioni: vediamo quali!
Fuochi nella notte di San Giovanni a Torino
Elfi e fate: Litha e midsummer
Il Venerabile Beda, nel suo De tempore ratione, ci dice che le antiche popolazioni anglosassoni chiamavano i mesi di giugno e luglio con i nomi di Ærra Liþa e se Æfterra Liþa, ovvero Mese di Litha e Tardo mese di Litha. Si ritiene pertanto che Litha fosse una celebrazione estiva di stampo pagano, probabilmente celebrata nella notte di luna nuova, prima del solstizio d’estate. Anche il sommo Tolkien, uno studioso che amava particolarmente l’antichità e che conosceva bene le tradizioni ed i calendari in uso presso i popoli anglosassoni, dà il nome di Lithe ai festeggiamenti elfici in onore alla luce e alla bella stagione.
Si tratta di una notte speciale, dove tutto può avvenire, e ben lo sapeva Shakespeare, il cantore delle fate di Sogno di una notte di mezz’estate, che con il suo componimento porta in scena parte della tradizione legata alle fate e ai sortilegi che aveva a che vedere proprio con questo momento dell’anno.
Heinrich Fussli: Sogno di una notte di mezza estate. (1790) L’ immagine mostra il momento in cui Titania, ridestatasi, tra i folletti e le fatine e altri esseri fantastici, vede Bottom e se ne innamora istantaneamente e follemente. ( Notare che Bottom ha una testa d’ asino per l’incantesimo operato da Oberon).
La notte di San Giovanni
Come sappiamo, il mondo cristiano ha spesso ricalcato festività pagane, dedicandole a santi ed eventi legati alla nuova ideologia religiosa. Forse non è un caso se la nascita di San Giovanni venga celebrata il 24 giugno, sei mesi prima di quella di un altro bambino molto importante, che sui nostri calendari festeggiamo nella notte tra il 24 ed il 25 dicembre, Gesù.
Se Gesù nasce proprio nella notte più lunga dell’anno, durante il solstizio invernale, come speranza di una luce che si farà sempre più vivida e forte, Giovanni il Battista si trova al lato opposto del cerchio stagionale, venendo alla luce proprio nel giorno in cui le forze positive sono al culmine.
Dipinto di Raffaello che ritrae Maria con il figlioletto Gesù ed il nipotino Giovanni
Un tempo, presso i romani, le porte dei solstizi, che conducevano all’inverno e all’estate, erano presidiate da Giano, il dio dal doppio volto, festeggiato dai collegia romani proprio il 24 giugno ed il 27 dicembre. Se prendiamo in considerazione il fatto che Giano e Giovanni (Janus e Johannes) siano effettivamente due nomi simili, possiamo aprire il calendario e vedere quale santo venga festeggiato dunque il 27 dicembre, magari non stupendoci più di tanto, scoprendo che si tratta di San Giovanni Evangelista.
Giano bifronte
I due San Giovanni (che furono due persone distinte, il primo fu il Battista, cugino di Gesù, dal quale quest’ultimo venne battezzato, mentre il secondo fu il Giovanni che scrisse il vangelo contenente le profezie dell’Apocalisse) sono dunque i custodi delle porte del tempo, al posto del romano dio Giano.
Nella notte di San Giovanni, il 24 giugno, si accendono grandi fuochi propiziatori e si dice che sia un momento speciale, dove tutto può avvenire, proprio come la fatata notte di mezz’estate cantata anche da Shakespeare, in piena tradizione anglosassone.
Un proverbio popolare veneto recita: La note de San Zuene destina mosto, sposalizi, gran e pane, cioè la notte di San Giovanni destina il mosto, i matrimoni, il grano e il granturco, e questo ci porta a comprendere l’importanza rivestita da questo periodo per i raccolti (che si trovano in un momento culminante), le unioni matrimoniali (che venivano celebrate nella bella stagione e porteranno alla nascita di nuove famiglie) e quindi per il benessere dell’intera comunità.
Dipinto del Caravaggio che raffigura la decapitazione di San Giovanni Battista.
Un altro proverbio istriano dice: San Giovanni col su’ fogo el brusa le strighe, el moro e’l lovo, cioè San Giovanni, col suo fuoco, brucia le streghe, le tenebre e il lupo, mostrando il potere benefico e purificante dei fuochi accesi in questa notte, che avevano la facoltà di scacciare i pericoli.
Coloro che nascevano in questa notte particolare erano ritenuti detentori di particolari doti magiche, un altro proverbio dice: Chi nasci la note de San Zuene no vedi strighe e no sogna fantasme, quindi avrebbe la particolarità di tenere lontane le forze oscure. Diavoli, erbe e streghe
Proprio durante la notte di San Giovanni, si diceva che le streghe usassero radunarsi intorno agli alberi di noce, in particolare è famoso il noce di Benevento. Perchè proprio sotto quest’albero? Dal momento che le campagne in questa particolare notte ardevano di falò benefici, le streghe non avrebbero proprio saputo dove nascondersi, ed il noce sarebbe stato il loro ultimo rifugio.
"Midsummer Eve" by Edward Robert Hughes (1851-1914)
Molti ricettari medievali mettono in chiaro che per ottenere le proprietà magiche di determinate erbe, sia necessario coglierle durante la notte di San Giovanni. Ad esempio la radice di Mandragora andava legata alla coda di un cane nero, che l’avrebbe estratta così dal terreno, restando vittima del suo potere letale, salvando così colui che poi l’avrebbe raccolta e portata a casa per usufruire dei suoi grandi poteri terapeutici. L’Artemisia andava colta camminando all’indietro, per far perdere al demonio le proprie tracce.
Hypericum perforatum
L’iperico invece era chiamato anche erba scacciadiavoli, e si dice che nacque proprio dal sangue di San Giovanni e per questo il diavolo avesse cercato di distruggerla, trafiggendola più volte ma riuscendo solo a perforarne le foglie. Quest’erba ha proprietà calmanti, agendo in modo da allontanare i cattivi pensieri.
Le foglie dell’iperico sembrano piene di tanti piccoli fori, ecco da dove viene la leggenda.
Il fuoco e l’acqua, il Sole e la Luna, i falò e la rugiada del mattino, sono gli elementi centrali di questa festività. Si diceva che la prima rugiada all’alba del 25 giugno possedesse poteri curativi, utili anche per far crescere i raccolti e per rendere fertili le donne. Il fuoco invece scacciava le streghe (che vagavano per le campagne alla ricerca delle erbe magiche che potevano essere raccolte solo in questo momento) e portava rinnovamento; si usava infatti ardere cose vecchie o fantocci che rappresentavano la malasorte. Si saltava il fuoco, assicurandosi benessere per tutto l’anno, e al mattino si compivano tre giri intorno alle ceneri spente, dopodiché le si raccoglievano e si spalmavano sulle braccia o sul viso.
Caravaggio San Giovanni Battista (partic.)
Acqua e fuoco sono anche i due elementi chiave del battesimo impartito da San Giovanni, che infatti, secondo il Vangelo di Luca, disse “Io vi battezzo con acqua; ma viene uno che è più forte di me, al quale io non son degno di sciogliere neppure il legaccio dei sandali: costui vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco”.
Venere e Adone è un dipinto a olio su tela (186x207 cm) realizzato nel 1553 dal pittore italiano Tiziano Vecellio. È conservato nel Museo del Prado di Madrid.
Adone e Afrodite
Ad Antiochia ed Alessandria si celebravano in questo periodo le Adonie, festività in onore di Adone, il bellissimo dio, amante di Afrodite, che potrà rimanere al suo fianco per qualche tempo, ma che poi dovrà tornare nel regno dei morti, proprio come per Persefone che si riunisce alla madre Demetra o la sumera Inanna che ritrova il suo Dumuzi.
In questo caso le celebrazioni mettono in atto ancor più consciamente il fatto che il momento di pienezza e gioia che vede l’unione amorosa di Afrodite ed il suo paredro durerà solo qualche mese, dopodiché la natura tornerà a farsi fredda e spoglia e la luce s’indebolirà, lasciando il posto alle tenebre.
Insomma, la ruota cosmica è pronta a girare ancora una volta, e non a caso alla viglia di mezz’estate si usava dare fuoco a una ruota e poi lasciarla rotolare giù da una collina, prevedendo buona sorte se questa riusciva ad andare lontano.
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